Test medicina, Giannini: selezione dopo 12 mesi tramite prova nazionale
«Ogni anno selezioniamo un numero limitato di giovani con una prova circoscritta, li facciamo formare in un percorso lungo, complesso e costoso. E dopo oltre sei/sette anni diciamo alla metà di questi laureati che per loro non c'è posto. Inaccettabile». Lo sottolinea il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini in una lettera sul test di medicina inviata al quotidiano Il Mattino.
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Test di medicina, Giannini: per ora confermati. Riforma “alla francese” dal 2016
Alla fine dopo un susseguirsi di annunci sull'imminente abolizione del test di medicina con conseguente introduzione del modello francese, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini fa una parziale retromarcia e conferma per il prossimo anno una «prova selettiva» per iscriversi a medicina. Ha la meglio, perciò, almeno per ora, la Conferenza dei rettori delle Università italiane, che sul tema aveva appena inviato una lettera al ministro per chiedere la conferma del test.
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Fast-food e cibi fritti, ne risente anche la memoria
Non solo arterie ostruite, ma anche importanti problemi di memoria. Secondo i risultati di un lavoro presentato a novembre al meeting annuale della American Heart Association a Chicago, chi mangia troppi grassi trans fa più fatica a ricordare. I grassi trans sono presenti negli alimenti che hanno subito una trasformazione industriale come i prodotti da forno - cracker, torte, dolci e biscotti -, nei cibi fritti e alimenti da fast-food, nel pesce surgelato in panatura, nel burro, i dadi da brodo, la margarina e i preparati per minestre.
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Rimborsi specializzandi, da condanna Corte d’Appello di Roma riconosciuti 25 milioni
Una cifra record di 25 milioni di euro oltre interessi. A tanto ammonta la cifra riconosciuta agli ex specializzandi 96/2004 dalla Corte d'appello di Roma con la sentenza n. 1628 recentemente emessa. Lo precisa una nota degli avvocati Francesco Caronia e Giuseppe Pinelli, responsabili del coordinamento nazionale network legale, che l'hanno conseguita.
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L’Università di Pavia apre al CrowdResearching
L'università di Pavia è il primo ateneo italiano ad aprire al "CrowdResearching", il modello di raccolta fondi per cui chiunque può contribuire alla ricerca scientifica, con una donazione, con un suggerimento per i progetti più meritevoli, con indicazioni per migliorarli, con l'ambizioso obiettivo di di creare nel tempo una grande comunità scientifica: verso un futuro da protagonisti, sostenibile, inclusivo.
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