Non riuscite a superare il test per l'accesso all'Università in Italia? Andate pure all'estero perché poi potrete rientrare dalla "finestra". È questo, secondo il segretario generale della Federazione nazionale degli Ordini dei medici Luigi Conte, il rischio che si profila per effetto della recente sentenza del Consiglio di Stato che ha disposto come "gli studenti di Medicina iscritti nelle università straniere possono trasferirsi nuovamente in Italia, senza superare il test d'ammissione". La sentenza ha definito come spetti a ciascuna università "accogliere le istanze degli studenti ma nel rispetto ineludibile del numero di posti disponibili per trasferimento, così come fissato dall'Università stessa per ogni accademico in sede di programmazione, in relazione a ciascun anno di corso". «Di fatto» sottolinea Conte «la sentenza contribuisce a fare chiarezza, ma finisce per rimuovere qualsiasi vincolo, come quello rappresentato dal test. Dire che è l'Università a dover stabilire il contingente dei posti a disposizione e a valutare l'affidabilità dei curriculum è un modo pilatesco per eliminare il test. Oltretutto» continua il segretario Fnom «alle Università può essere utile avere più studenti in considerazione delle tasse e del finanziamento Miur. Chi garantisce che tutte le Università siano virtuose allo stesso modo? Il test» conclude Conte «rappresenta il sistema ideale per valutare la preparazione del candidato e offrirebbe un controllo a livello centrale che in questo modo viene meno». Di tutt'altro avviso Girolamo Rubini, autore del ricorso vittorioso per conto di due studentesse iscritte in Romania, che si erano viste negare la domanda di trasferimento dell'Università di Messina. «È un giudizio storico che dà certezza agli studenti. I giudici hanno contemperato il principio di libera circolazione dei cittadini con le esigenze sottese al numero chiuso».
Marco Malagutti
FONTE: Doctor33 del 3 febbraio 2015