No alla volontà delle Regioni di riproporre il progetto di creare un percorso formativo parallelo a quello della formazione specialistica attraverso l'assunzione dei neo abilitati nelle strutture dei rispettivi Servizi sanitari regionali. Lo sottolinea in una nota l'Associazione italiana giovani medici (Sigm) commentando il comunicato del Coordinatore degli Assessori regionali della salute nella quale si prevede in questi percorsi paralleli per i formandi "più ore in reparto e meno di didattica" e si parla di "ritorno al passato". Per Sigm «i medici specializzandi italiani trascorrono già la quasi totalità del loro tempo nelle corsie e nelle strutture dei Policlinici universitari» in più l'attuale complessità della sanità rende «inattuali e inapplicabili i modelli formativi del passato». La proposta, secondo i giovani medici è «mossa da una logica contabile che rischia di creare medici e specialisti di serie A e B, questi ultimi assunti a basso costo, probabilmente per il mero fine di mantenere in vita strutture sanitarie periferiche che andrebbero chiuse o riconvertite». Il Sigm accusa direttamente le Regioni di aver contribuito allo stato di profondo disagio in cui versano i giovani medici «non essendo state in grado né di produrre una adeguata programmazione dei fabbisogni di professionalità mediche generaliste e specialistiche [......] né di riorganizzare l'assetto della rete assistenziale». I Giovani medici, preoccupati che il progetto venga riproposto «alla vigilia dell'emanazione del decreto ministeriale sulla riforma di riordino della formazione medico specialistica», chiedono che le Regioni, piuttosto, «si impegnino maggiormente per superare sprechi, clientele e corruzione in sanità per recuperare risorse preziose da investire nella formazione e nella stabilizzazione dei giovani medici» e compartecipino «al finanziamento di contratti di formazione specialistica aggiuntivi per cominciare a colmare da subito il gap tra numero di laureati e contratti di formazione nel post lauream. Chiediamo» si conclude la nota «che si apra un reale e serio confronto con tutti i portatori di interesse, ponendo fine alla stagione degli annunci di riforme calate dall'alto, peraltro in maniera del tutto scoordinata tra le istituzioni centrali e regionali».
Marco Malagutti
Fonte: Doctor33, 16 gennaio 2015