Sul fronte dei test per l'ammissione alla Facoltà di medicina la certezza sembra una sola: si farà e sarà a ottobre. È quanto si evince dalle ultime indiscrezioni e dalle dichiarazioni fornite dal neo sottosegretario del Miur (Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca) Davide Faraone e confermate da Francesca Puglisi, responsabile Scuola, Università e Ricerca del Pd. Sembra proprio che a ispirare le riforme in materia di accesso alla Facoltà di medicina che sta mettendo a punto il ministro Giannini, infatti, sia la proposta avanzata qualche settimana fa dal Partito democratico. Il punto saliente sembra una maggiore attenzione alla preparazione degli studenti, per questo l'ipotesi è quella dei corsi di preparazione ai test di medicina curati dagli atenei a scapito di quelli proposti dalle società private. Un modo per ridurre i costi della preparazione, come spiega Puglisi a Repubblica «per coloro che non possono permettersi di spendere cifre considerevoli». In più l'idea sarebbe quella di cominciare l'orientamento già a partire dalle scuole superiori, per avere studenti più preparati e per far cominciare la selezione ancora prima di entrare all'università. Ma non finisce qui. Nel modello messo a punto dal Pd è previsto che venga fornita agli aspiranti medici una bibliografia di testi consigliati su cui basare la preparazione, l'idea è di far sparire le domande di cultura generale e di ridurre quelle di logica per lasciare soltanto gli argomenti basilari: fisica, matematica, biologia e chimica. Non è escluso, inoltre, che il nuovo test contenga domande di inglese. Infine circola anche la voce che i test potrebbero essere due a breve distanza uno dall'altro, in modo da ridurre le incognite legate alla prova secca. Ma si tratta di voci, per l'appunto, le certezze sono poche: il test si farà e il modello alla francese che sembrava la strada privilegiata dal ministro Giannini, per ora è stata accantonato.
Marco Malagutti
Fonte: Doctor33, 8 gennaio 2015