«Entro il 2020 dalle università italiane usciranno almeno 12.000 potenziali medici disoccupati che si andranno ad aggiungere a quelli che lo sono da tempo, e questo anche come risultato di continui ricorsi al Tar». A lanciare l'allarme è Anaao Giovani che denuncia «come il fenomeno del precariato medico nelle Asl e negli Ospedali italiani sia diventato ormai un problema di palese violazione delle norme fondamentali sul lavoro, che rende i luoghi di cura simili a quei laboratori clandestini affollati di lavoratori sottopagati e in condizioni sub-umane». «Dati alla mano - si legge in una nota - , su 25.000 iscritti a Medicina e Chirurgia nei soli a.a. 2013-2014 e 2014-2015, arriveranno alla laurea in 17.500 e di questi solo poco più di 5.000 potranno entrare nelle Scuole di Specialità. Chi avrà la fortuna di trovare un lavoro, sarà precario e sfruttato con una "paga" poco superiore a quella di una collaboratrice domestica».I giovani camici bianchi dell'Anaao si rivolgono poi al «giovane Presidente del Consiglio per chiedere maggiore attenzione a questo settore e ai suoi problemi perché siano adottati provvedimenti destinati a creare posti di lavoro anche nella Sanità». Il sindacato auspica infine «una forma di Jobs Act per conciliare formazione e lavoro, evitare le fughe all'estero, scelte obbligate per la mancanza nell'ultimo ventennio di una efficace programmazione. Estendere le tutele contrattuali ai lavoratori atipici, stabilizzare le migliaia di precari, sbloccare le assunzioni in una staffetta generazionale. I giovani medici non hanno meno diritti per il solo fatto di essere medici».