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Test medicina, in Albania oltre duecento candidati italiani

Mentre in Italia imperversano i ricorsi e si discute su quale sia la modalità di selezione più efficace, duecentocinque aspiranti medici si sono rivolti a Tirana in Albania, per tentare la carta dell'Università Nostra Signora del Buon Consiglio, l'istituzione privata e di diritto albanese che rilascia lauree congiunte con alcuni atenei italiani. Un numero in calo rispetto allo scorso anno, visto che i candidati di ottobre 2013 erano 596, alla luce del dimezzamento dei posti a disposizione su richiesta del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. «Un pannicello caldo» lo definisce il segretario generale Fnomceo Luigi Conte «che ha contribuito a rendere meno eclatante il problema ma di certo non lo ha risolto» spiega. «Il fatto che un discreto numero di studenti si rivolga a Tirana, dal momento che è una possibilità a disposizione, mi sembra legittimo, ma la questione va affrontata a un altro livello. Questo sodalizio tra l'Università albanese e gli atenei italiani è nato per dare supporto allo sviluppo culturale in Albania ma, col tempo è diventato uno stratagemma per aggirare l'ostacolo rappresentato dal numero programmato. Il problema, perciò» continua Conte «rimane e va risolto alla radice». Nel frattempo il ministro Giannini ha fatto una parziale marcia indietro e ha affermato che il numero programmato deve restare. «Una posizione inevitabile» secondo Conte «alla luce dei problemi che il modello francese potrebbe portare dal punto di vista dell'organizzazione. Il numero programmato è irrinunciabile per garantire la qualità della professione» ribadisce il segretario Fnomceo «se il problema sono i test su quelli si deve intervenire».

Marco Malagutti - www.doctor33.it

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