Non accenna a concludersi la vicenda dei ricorsi al Tar per le presunte irregolarità nello svolgimento dei test dello scorso aprile. Dopo una nuova ondata di ricorsi accolti e di probabili immatricolazioni in sovrannumero, gli uffici amministrativi del ministero dell'Istruzione hanno diffuso una nota a tutte le Università italiane con la quale si comunica che gli studenti in attesa di sentenza verranno distribuiti tra le sedi universitarie italiane in base al punteggio ottenuto. Una doccia fredda per tutti gli studenti coinvolti che si sono sentiti rifiutare dalle segreterie quella che finora era una procedura normale per permettere a chi lo desiderava di pagare e iniziare a frequentare comunque le lezioni. Gli studenti, per effetto della circolare del Miur, infatti, non possono più scegliere di iscriversi nell'ateneo in cima alla lista di preferenze indicata al momento della partecipazione al test ma possono essere inviati anche a centinaia di chilometri di distanza. La protesta degli studenti non si è fatta attendere. «Si tratta di un provvedimento altamente lesivo dei diritti degli studenti» ha dichiarato Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari che hanno portato avanti i ricorsi insieme all'avvocato Michele Bonetti «è gravissimo che ancora una volta anziché affrontare e risolvere il grave problema dell'accesso si faccia uso di "scorciatoie" altrettanto dannose per migliaia di studentesse e studenti che si trovano impossibilitati a costruire il proprio futuro». L'Udu, sull'onda della protesta, torna a chiedere «una riforma del sistema dell'accesso all'Università coinvolgendo in tale revisione prima di tutto noi studenti che in prima persona viviamo l'Università tutti i giorni». Sul piede di guerra anche gli avvocati che si dichiarano pronti a impugnare «la nota ministeriale nuovamente dinanzi al Tar del Lazio» sottolinea Michele Bonetti. La circolare Miur, infatti, «non tiene conto del fatto che molti ricorrenti dei Maxi ricorsi Udu non hanno i mezzi per studiare lontano da casa. Un provvedimento del genere, senza essere accompagnato da un adeguato sistema di borse di studio, rappresenta un modo per eludere i provvedimenti dei Giudici. Chiederemo un nuovo provvedimento al Tar per evitare che gli studenti, dopo aver pagato le tasse e iniziato le lezioni, possano essere spostati magari da Bari a Sassari».
Marco Malagutti - www.doctor33.it