«Non costringiamo i giovani a scegliere se fare il medico di medicina generale o cambiare mestiere per pagarsi il mutuo. Diamogli la chance di svolgere attività professionali in modo organizzato durante il triennio di formazione complementare con il part-time. Le regioni possono a farlo». Roberto Pieralli responsabile emiliano formazione e 118 riassume così la lettera che lo Snami emiliano con il presidente Francesco Biavati ha inviato all'Assessore Regionale. L'idea è semplice: in certi trienni si è arrivati al 30-40% di abbandoni, ora si chiede alla Regione Emilia Romagna di applicare l'articolo 12 del decreto Ministero Salute 7 marzo 2006 che consente alle regioni, avvertito il Ministero della Salute, di organizzare corsi part-time, purché di pari livello qualitativo e durata complessiva della formazione. Altre condizioni: l'orario settimanale non dev'essere inferiore al 50% dell'orario a tempo pieno, e dev'esserci un congruo numero di periodi formativi a tempo pieno sia in ospedale sia sul territorio. "La scelta della formazione a tempo parziale - recita il decreto - fa decadere ogni preclusione ed incompatibilità presente in caso di formazione a tempo pieno". «La legge, fin dalla Finanziaria 2002, rende compatibile il tirocinio triennale solo con sostituzioni in continuità assistenziale e assistenza primaria; ma si riferisce in modo chiaro all'attività a tempo pieno - spiega Pieralli - mentre il decreto 2006 offre alle Regioni un modo per risolvere da sole il problema, senza affidarsi a intese interregionali o leggi successive. Con la borsa di studio da 11600 euro l'anno, meno di 800 al mese, non si sopravvive, tanto più che si deve pagare l'assicurazione Rc a differenza degli specializzandi (il cui contratto è più "ricco")». Per Pieralli la sentenza dell'anno scorso della Corte dei Conti Lombardia che consente allo studente di svolgere piccole attività remunerate nelle residenze socio assistenziali e in libera professione (a condizione di lasciare intatta la frequenza ndr) non basta: «Un infermiere dopo 3 anni prende la laurea breve fa i concorsi e lavora, un aspirante mmg dopo 6 anni di laurea ne deve fare ancora tre. Certo, ci sono dei periodi espletabili solo a tempo pieno, ma in quei casi la soluzione si trova, si prende l'aspettativa dal lavoro, le ferie».
Snami ha già chiesto il part-time per i triennisti in passato alla Regione che però; il problema sarebbero gli oneri aggiuntivi. «E' un nodo che riguarda tutta Italia e Snami ha ben presente - dice il presidente Biavati- ma in Emilia Romagna prevediamo un 50% di pensionamenti nei prossimi 5-6 anni e, con abbandoni così cospicui il problema di sguarnire la medicina del territorio o dover attingere all'immigrazione di medici dal resto del mondo è sempre più pressante».
Mauro Miserendino (fonte: Doctor 33, 25 febbraio 2015)